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Parcella: la fattura per i professionisti iscritti all’albo

Parcella: la fattura per i professionisti iscritti all’albo

Da Virginia Fabris

Il 20 aprile 2021

Fattura immediata, fattura differita, fattura pro-forma, fattura di acconto, note di accredito e di addebito, parcella… il fisco italiano prevede una sfilza di documenti di fatturazione. Come fare per barcamenarsi correttamente tra tutti questi?

Beh, il primo passo è capire di cosa si tratta. In questo articolo esporremo la parcella, definendo di cosa si tratta, da chi deve essere emessa e in quali situazioni trova la sua applicazione.

Parcella: cos’è? Definiamo il concetto

La parcella non è altro che un documento fiscale corrispondente alla fattura emesso da determinate categorie di lavoratori.

Chi emette la parcella?

La parcella deve essere redatta dai liberi professionisti, ovvero da tutti gli aderenti ad un albo di categoria. Infatti, sono tenuti ad emettere la parcella, ad esempio: avvocati, notai, commercialisti, consulenti, ecc. Invece, sono esonerati artigiani e parrucchieri.

👉 Questi soggetti professionali sono legati all’obbligo di emissione della parcella al momento del pagamento effettivo, non al termine della prestazione professionale. Al termine della prestazione, invece, è usuale che venga emessa una fattura pro-forma (documento corrispondente alla fattura, ma senza valore fiscale).

Funzione della parcella

La funzione della parcella è identica a quella di una fattura. Infatti, la sua finalità è quella di certificare un’avvenuta prestazione o l’effettiva erogazione di un servizio e il relativo pagamento da parte della controparte.

Come si struttura una parcella

Come per la funzione, anche la struttura della parcella è quasi corrispondente a quella di una fattura. Le informazioni che vi devono essere inserite, infatti, sono:

  • Numero della parcella;
  • Data di emissione della parcella;
  • Dati relativi all’emittente (nome, cognome, indirizzo, numero di partita IVA, ecc.);
  • Dati relativi al cliente (nome, cognome, indirizzo, numero di partita IVA, ecc.);
  • Dati relativi alla prestazione resa o al servizio erogato;
  • L’importo relativo allo stesso a cui va applicata l’IVA;
  • Eventuali anticipazioni, ovvero spese sostenute antecedentemente per conto del cliente e che devono essere rimborsate. Questo importo non è soggetto all’applicazione dell’IVA;
  • Altre spese incluse nel calcolo dell’IVA;
  • La rivalsa previdenziale, ovvero la percentuale che viene applicata dai professionisti e che varia in base al tipo di attività lavorativa per il pagamento dei contributi pensionistici. Essa va calcolata sulla base dell’importo imponibile;
  • La ritenuta di acconto, corrispondente al 20% dell’imponibile, che va sottratta al totale risultante dalle voci precedenti. A questo calcolo va esclusa la rivalsa perché non ritenuta essere una fonte di reddito;
  • Il totale dell’importo da pagare;
  • I termini e le condizioni in cui deve avvenire il pagamento.

�� La struttura della parcella, comunque, varia in base al tipo di professione esercitata. Essa, infatti, può essere più o meno complessa in base al tipo di attività lavorativa svolta dall’emittente.

Infatti, ci sono diversi esempi citabili di parcelle che presentano una struttura più articolata rispetto a quella appena vista, in quanto impongono la precisazione di ulteriori informazioni.

Vediamo di seguito un esempio.

Esempio concreto di parcella

La parcella dell’avvocato

Un esempio specifico di parcella è la parcella emessa dagli avvocati. In essa vanno inseriti i seguenti dati, in aggiunta alle informazioni già citate nel paragrafo precedente:

  • Il compenso, riportato sotto il nome di onorario;
  • L’ammontare del rimborso forfettario delle spese corrispondente al 15% dell’onorario;
  • Il totale di tutte le anticipazioni sostenute dall’avvocato, ovvero delle spese operate a favore del cliente per la causa in corso e pagate dallo Stato. Tra queste compaiono: imposte, bolli, tasse. Queste spese devono essere rimborsate dal cliente e sono escluse dal calcolo dell’IVA;
  • Ulteriori spese legate al caso, seppur rimangano escluse da esse le spese generali. Queste somme sono esposte all’applicazione dell’IVA e rivalsa;
  • Il CIPA, ovvero il contributo integrativo previdenza avvocati, corrispondente al 4% dei compensi e delle spese imponibili;
  • Nel caso in cui il cliente sia detentore di una partita IVA: ritenuta d’acconto di 20% dell’imponibile.

Parcella vs. fattura: quindi, quali sono le differenze?

Come visto, non sussistono particolari differenze tra la fattura tradizionale e la parcella. Sostanzialmente, i due documenti fiscali coincidono se non per:

  • Il nome formale conferito loro;
  • La tipologia di professionisti che devono emettere i due documenti.

In conclusione …

La parcella è un documento fiscale che attesta e registra i compensi incassati da un libero professionista. Essa, in aggiunta alle informazioni relative alle prestazioni fornite o ai servizi erogati, fornisce altre specificazioni. Queste riguardano, ad esempio: gli importi previsti per le varie casse previdenziali, così come i rimborsi per alcune spese sostenute.

Se hai dei dubbi riguardo a quanto esposto nell’articolo o se volessi proporre delle tematiche da approfondire, non esitare a comunicarcelo! Saremo lieti di leggere i tuoi commenti nell’apposita sezione.